L’ATTACCO DI MICHELA PONZANI SCATENA L’IRA DI GIORGIA MELONI. La tensione nello studio è palpabile quando Ponzani, con voce tagliente e incredibilmente sicura, decide di oltrepassare una linea che nessuno aveva mai osato toccare. “Premier, lei non dice la verità. E io posso dimostrarlo.” Le sue parole cadono come ghiaccio sul marmo. Per un secondo, persino il conduttore rimane senza fiato. Ma non è l’attacco in sé a sconvolgere: è ciò che segue. Ponzani sfiora una cartellina scura senza aprirla e il pubblico trattiene il fiato. Un assistente dietro le telecamere scuote la testa come se sapesse qualcosa che non dovrebbe emergere. Meloni non risponde subito. La guarda, immobile, poi sussurra una frase che congela lo studio: “Speri davvero che io non sappia da dove vengono quei documenti?” Un silenzio pesante, quasi insopportabile. Poi Meloni affonda: “Se li mostri, finiamo in due. Se NON li mostri… finisci solo tu.” In quel momento non è più un dibattito. È un conto in sospeso. E l’Italia ora vuole la stessa cosa: sapere cosa contiene quella cartellina.

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